
Nel Lecchese un ponte tra università, centri di ricerca e imprese
Condivisione di dati clinici, materiali innovativi, tecnologie e umanità: così si migliora la qualità della vita e si sviluppa l’economia del territorio.
Intervista a Vico Valassi, presidente di Univerlecco.
di Ivan Snider
In un’epoca segnata da cambiamenti rapidi e incertezze diffuse, parlare di speranza può sembrare controcorrente. Eppure, proprio in questo contesto, la speranza si rivela una risorsa essenziale: non come semplice ottimismo, ma come forza concreta che alimenta la visione, il coraggio e la capacità di costruire. "La speranza non delude" quando è accompagnata dall'impegno, dalla competenza e da una rete di persone e istituzioni che credono nel valore della crescita condivisa.
Ne è convinto anche l’ingegner Vico Valassi, presidente di Univerlecco, figura di riferimento nel dialogo tra università, ricerca e impresa. Nato a Lecco, ingegnere di formazione, Valassi ha costruito un solido percorso professionale che unisce la visione imprenditoriale con l’impegno istituzionale.
Alla guida di un'importante impresa di costruzioni e gestione immobiliare, ha maturato un’esperienza concreta nei meccanismi dell’impresa e nell’innovazione tecnologica, promuovendo sinergie tra il mondo produttivo e quello accademico.
Nel corso degli anni, ha ricoperto ruoli di primo piano come la presidenza della Camera di Commercio di Lecco, è stato nominato consigliere di amministrazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ed è stato insignito di diverse benemerenze per il contributo dato allo sviluppo del territorio.
Attraverso la sua visione e il suo impegno, Valassi ha contribuito a rendere la speranza un motore di sviluppo reale, trasformandola in azione concreta: promuovendo percorsi formativi, sostenendo la ricerca, costruendo ponti tra università e imprese.
Lo abbiamo incontrato per riflettere insieme su come la speranza, se ben coltivata, possa diventare una leva concreta per la crescita del territorio e delle nuove generazioni.
Presidente Valassi, parlando di speranza come motore di crescita, ci racconta come questa idea abbia guidato il suo percorso e la nascita di Univerlecco?
La speranza è sempre stata per me il fondamento di ogni visione strategica. Credere nella possibilità di crescita del territorio e delle persone richiede pazienza, fiducia e collaborazione. È un processo che si costruisce nel tempo, come dimostrano gli oltre trent’anni di lavoro che hanno portato Univerlecco a essere un esempio di sistema integrato. Abbiamo creduto nella capacità di aggregare risorse diverse, coltivando relazioni durature e facilitando visioni condivise tra enti di natura diversa, tutti uniti dall'obiettivo comune di migliorare la qualità della vita e lo sviluppo dell’economia dei territori.
Univerlecco rappresenta un esempio concreto di sistema integrato. Come è nato e si è sviluppato questo progetto?
Nel 1988 nasce As.Sc.Un., l’Associazione per l’istituzione e l’organizzazione di Scuole Universitarie a fini speciali nell’area provinciale comasca, attiva fino al 1995 (realizza la gemmazione del Politecnico di Milano a Lecco e a Como e della Statale a Como con chimica, fisica e matematica e successivamente giurisprudenza). Nel 1996 nasce Univerlecco con l’obiettivo di favorire la presenza e lo sviluppo di alta formazione universitaria e di centri di ricerca sul territorio. In particolare, il Politecnico di Milano realizza un Campus con didattica, ricerca e residenze (200 posti letto) per oltre due mila studenti, di cui il 25-30% stranieri. Sono presenti 23 laboratori di ricerca e la sede del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, oggi con sei Istituti. Il tutto su una superficie di circa 50.000 mq.
Quanto è importante oggi l’integrazione tra ricerca e pratica clinica?
È fondamentale. La collaborazione tra IRCCS Eugenio Medea, Villa Beretta, Fondazione Don Gnocchi, INRCA di Casatenovo, ASST di Lecco e ATS Brianza rappresenta un esempio concreto di come la condivisione delle competenze con Politecnico e CNR porti a soluzioni innovative. Al centro di tutto vi è la persona, che è il vero motore delle nostre azioni.
Anche le risorse tecnologiche e digitali sono il frutto di questa collaborazione: basti citare la realizzazione del Master RehabTech, o progetti di ricerca come eLiner o Rientr@ Returns, in collaborazione con il Centro Protesi di INAIL di Budrio, nati proprio dall’integrazione tra ricerca clinica e ingegneria.
Non meno importante è il valore delle relazioni sociali e istituzionali: il sostegno di Univerlecco a convegni scientifici e giornate di approfondimento organizzate da Medea, su temi come l’autismo, le distrofie muscolari e l’imaging cerebrale, testimonia l'importanza di coltivare relazioni anche nella divulgazione della conoscenza.
Lavoriamo affinché ogni progetto risponda ai bisogni concreti dei pazienti, offrendo opportunità di autonomia e miglioramento della qualità di vita.
Quali sono i progetti attuali che incarnano meglio la vostra visione di speranza concreta?
Oggi possiamo citare molti esempi: lo sono i progetti Emblematici finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia “HINT@Lecco”, “SPIDER@Lecco”, “EMPATIA@Lecco”, “ActivE³ Everyone, Everywhere, Everyday”, e da ultima la presentazione della proposta progettuale “INSIEME - INnovazione per la Salute e l'Inclusione socialE in MovimEnto” in risposta all’ultimo bando della Fondazione Cariplo 2025; oltre ai numerosi progetti finanziati da INAIL e al Master RehabTech. Sono tutti progetti che, unendo clinica ed ingegneria, forniscono soluzioni per il miglioramento di disabilità e limitazioni della persona, migliorano il recupero e l’autonomia di vita dopo un incidente, favoriscono uno stile di vita attivo e la coesione sociale.
In un certo senso tutti i progetti del Sistema Lecco generano speranza sotto molti punti di vista, mettendo insieme dati clinici, materiali innovativi, tecnologie e umanità. Un altro segnale importante di fiducia nel futuro è l’ampliamento del Campus di Lecco, sostenuto da Regione Lombardia. Si tratta di un importante investimento strategico per la ricerca, di 5.500 mq, che rafforzerà ulteriormente la nostra capacità di formare, innovare e crescere, diventando un vero incubatore di speranze reali per i giovani e per tutto il territorio.
Abbiamo molta fiducia nell’attivazione del Laboratorio Congiunto nella quale si adopereranno le migliori sinergie di tutti gli attori del Sistema Lecco.
Guardando avanti, quali sono le priorità per sostenere la crescita del territorio?
La priorità è continuare a generare opportunità per i giovani, potenziando la presenza dell’Università e rafforzando i legami con il mondo produttivo, con la ricerca e con il settore della sanità. Vogliamo alimentare un ecosistema in cui tecnologia, umanità e solidarietà convivano e si rafforzino a vicenda.
Il territorio lecchese ha dimostrato in questi 25 anni di essere un unicum per la sperimentazione di innovazioni in ambito universitario e di ricerca, e la continua crescita del Politecnico a Lecco che ha attratto giovani studenti da oltre 90 paesi del mondo. Con la loro presenza e il loro impegno I giovani arricchiscono il territorio, ed il territorio è chiamato ora a rendersi sempre più attrattivo affinché I giovani rimangano anche dopo il completamento degli studi. È senza dubbio una sfida che si gioca sul piano culturale ma anche industriale, dove l’innovazione e nuovi approcci metodologici sono fondamentali per un’azienda che nel 2025 vuole sopravvivere e crescere con successo.
La speranza non delude se viene coltivata con visione, con fiducia e con la responsabilità di costruire un futuro che non sia solo di crescita economica, ma anche di crescita umana e sociale.